La contabilità non è solo un lavoro, una materia di studio; la contabilità è logica, una logica che serve in qualsiasi ambito, anche nella gestione amministrativa familiare.
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domenica 19 gennaio 2020
martedì 14 gennaio 2020
CREDITI D' IMPOSTA E COMPENSAZIONI 2020
Novità del decreto fiscale 2020
Tra le novità del decreto c'è l'utilizzo dei crediti d'imposta in compensazione su F24 per importi superiori a 5.000,00 euro. Si potrà compensare solo dal decimo giorno successivo all'invio della dichiarazione dei redditi.
Riflettendo e pensando ad un lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata che nel corso del 2019 ha incassato i propri compensi al netto della ritenuta d'acconto al 20% e quindi avrà probabilmente un credito IRPEF, mentre, dall'altra parte avrà il debito verso la gestione separata INPS, mi sorge una perplessità.
Il termine per i pagamenti sarà, senza proroghe e dilazioni, il 16 luglio, mentre il termine per l'invio della dichiarazioni sarà il 30 novembre.
Considerati i precedenti, i ritardi per avere software e moduli di controllo, i problemi degli ISA, si può ipotizzare che, se va bene si può rispettare il termine della scadenza del 30 novembre. E che succede allora con il credito maturato in dichiarazione che eccede i 5.000,00 euro?
Succede che potrà essere utilizzato solo dopo il 10 dicembre, mentre al 15 luglio il contribuente avrà già versato l'INPS ed eventuale IRAP senza poter utilizzare il credito!
E non solo avrò versato i saldi delle imposte e contributi 2019, ma anche gli acconti 2020 al 100% , anche il secondo acconto,senza poter usare i crediti al di sopra dei 5.000,00 euro.
Questa norma avrebbe senso se le dichiarazioni potessero essere inviate entro il 30 giugno.
Sicuramente e teoricamente si possono inviare dal 01 maggio e quasi sempre vengono già predisposte prima del 16 luglio, per poter fare il calcolo delle imposte. Ma le esperienze passate ci raccontano situazioni diverse: prima gli Studi di settore tardavano, l'anno scorso gli ISA con la conseguenza che il modello dichiarativo veniva inviato sempre all'ultimo momento.
E' mia opinione che si debba ragionare e procedere in modo diverso:
prima di compila e si invia il modulo dichiarativo e SOLO DOPO il contribuente può versare le imposte!
C'è sicuramente più logica nel dichiarare prima e poi pagare, che non fare il contrario.
Posticipare le dichiarazioni al 30 novembre è già un cattivo presagio.
Anche le società che depositano il bilancio, calcolano le imposte prima dell'approvazione del bilancio, vale a dire entro il 30 aprile (società che hanno l'anno d'imposta dal 01/01 al 31/12), ma poi non hanno gli strumenti per inviare la dichiarazione se non a ridosso della scadenza. Peccato che le imposte le dovranno pagare prima e se hanno crediti che superano i 5,000,00 euro, anche con il visto di conformità, dovranno prima inviare il dichiarativo, per poterli utilizzare in compensazione su F24.
A me suona male questa cosa...e a voi?
Tra le novità del decreto c'è l'utilizzo dei crediti d'imposta in compensazione su F24 per importi superiori a 5.000,00 euro. Si potrà compensare solo dal decimo giorno successivo all'invio della dichiarazione dei redditi.
Riflettendo e pensando ad un lavoratore autonomo iscritto alla gestione separata che nel corso del 2019 ha incassato i propri compensi al netto della ritenuta d'acconto al 20% e quindi avrà probabilmente un credito IRPEF, mentre, dall'altra parte avrà il debito verso la gestione separata INPS, mi sorge una perplessità.
Il termine per i pagamenti sarà, senza proroghe e dilazioni, il 16 luglio, mentre il termine per l'invio della dichiarazioni sarà il 30 novembre.
Considerati i precedenti, i ritardi per avere software e moduli di controllo, i problemi degli ISA, si può ipotizzare che, se va bene si può rispettare il termine della scadenza del 30 novembre. E che succede allora con il credito maturato in dichiarazione che eccede i 5.000,00 euro?
Succede che potrà essere utilizzato solo dopo il 10 dicembre, mentre al 15 luglio il contribuente avrà già versato l'INPS ed eventuale IRAP senza poter utilizzare il credito!
E non solo avrò versato i saldi delle imposte e contributi 2019, ma anche gli acconti 2020 al 100% , anche il secondo acconto,senza poter usare i crediti al di sopra dei 5.000,00 euro.
Questa norma avrebbe senso se le dichiarazioni potessero essere inviate entro il 30 giugno.
Sicuramente e teoricamente si possono inviare dal 01 maggio e quasi sempre vengono già predisposte prima del 16 luglio, per poter fare il calcolo delle imposte. Ma le esperienze passate ci raccontano situazioni diverse: prima gli Studi di settore tardavano, l'anno scorso gli ISA con la conseguenza che il modello dichiarativo veniva inviato sempre all'ultimo momento.
E' mia opinione che si debba ragionare e procedere in modo diverso:
prima di compila e si invia il modulo dichiarativo e SOLO DOPO il contribuente può versare le imposte!
C'è sicuramente più logica nel dichiarare prima e poi pagare, che non fare il contrario.
Posticipare le dichiarazioni al 30 novembre è già un cattivo presagio.
Anche le società che depositano il bilancio, calcolano le imposte prima dell'approvazione del bilancio, vale a dire entro il 30 aprile (società che hanno l'anno d'imposta dal 01/01 al 31/12), ma poi non hanno gli strumenti per inviare la dichiarazione se non a ridosso della scadenza. Peccato che le imposte le dovranno pagare prima e se hanno crediti che superano i 5,000,00 euro, anche con il visto di conformità, dovranno prima inviare il dichiarativo, per poterli utilizzare in compensazione su F24.
A me suona male questa cosa...e a voi?
lunedì 13 gennaio 2020
Dal 1° gennaio 2020 le detrazioni del 19% degli oneri indicati nell’art. 15 del Tuir (Dpr 917/1986), tra i quali rientrano le spese sanitarie, possono essere usufruite soltanto se il pagamento è effettuato con versamento bancario o postale o altri sistemi tracciabili (carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari).
Il versamento in contanti continua, tuttavia, ad essere ammesso, senza perdere il diritto alla detrazione, per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici e per pagare le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o dalle strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale.
Il versamento in contanti continua, tuttavia, ad essere ammesso, senza perdere il diritto alla detrazione, per l’acquisto di medicinali e di dispositivi medici e per pagare le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o dalle strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale.
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